Rapporto a rischio, possibile valutare rischiosità in base a durata?

Area dedicata allo scambio di notizie ed informazioni sulla trasmissione del virus HIV e sul Test

Moderatori: AnlaidsOnlus, Claudia Balotta, Tex83, ANLAIDS

Regole del forum
REGOLE DEL FORUM

IL FORUM SI OCCUPA PRINCIPALMENTE DI PREVENZIONE DELLA TRASMISSIONE DELL’INFEZIONE DA HIV, NON E' UN FORUM DEDICATO A TUTTE LE MALATTIE INFETTIVE.

RISPONDONO SUL FORUM:

• LA DOTTORESSA CLAUDIA BALOTTA CHE NE E’ IL REFERENTE SCIENTIFICO
• TEX83, VOLONTARIO ANLAIDS E MODERATORE

E' ASSOLUTAMENTE VIETATO INSULTARE O ASSUMERE ATTEGGIAMENTI OFFENSIVI NEI CONFRONTI DI ALTRI UTENTI. CHI SI COMPORTA IN QUESTO MODO VERRA' IMMEDIATAMENTE BANNATO.

DATO CHE IN QUESTO FORUM, A DIFFERENZA DI ALTRI, C’E’ UN MEDICO CHE RISPONDE, SI PREGA VIVAMENTE DI NON INTASARE LE CONVERSAZIONI. PER SCAMBI TRA UTENTI SI PREGA DI UTILIZZARE LA SEZIONE “NON SOLO MEDICO” O I MESSAGGI PRIVATI.
IL FORUM NON PUO' ESSERE UN PRONTO SOCCORSO; SI PREGA QUINDI DI NON POSTARE CONTINUI SOLLECITI. IL MEDICO RISPONDE IN MEDIA OGNI DUE/TRE GIORNI.

IL MEDICO E TEX83 NON RISPONDONO A MESSAGGI PRIVATI

IL TEMPO DEL MEDICO E’ LIMITATO ED E’ GIUSTO DARE A TUTTI LA POSSIBILITA’ DI AVERE RISPOSTA, QUINDI NON SONO CONSENTITI POST ESAGERATAMENTE LUNGHI O POST DI ANALISI E REFERTI: NON E’ POSSIBILE FARE DIAGNOSI ONLINE E IL FORUM NON PUO’ SOSTITUIRSI AD UNA VISITA CON UN PROFESSIONISTA

QUANDO IL MEDICO DICE "NESSUN RISCHIO" VUOL DIRE CHE E' STATA FATTA UNA VALUTAZIONE GLOBALE DEL RISCHIO E CHE IN QUEL CASO IL TEST NON È NECESSARIO.

INOLTRE, I 'SINTOMI' DELL'INFEZIONE DA HIV SONO COMUNI A MOLTE ALTRE PATOLOGIE INFETTIVE DI NATURA VIRALE O BATTERICA E MOLTO SPESSO NON È UTILE RAGIONARE SU SINTOMI GENERICI BENSÌ SUI RISCHI CONCRETI CHE SI SONO CORSI.

PER OGNI PROBLEMA TECNICO, OVVERO LEGATO ALLA REGISTRAZIONE O ALLA CANCELLAZIONE DAL FORUM E' POSSIBILE CONTATTARCI A INFO@ANLAIDSONLUS.IT

SE PENSATE CHE STIAMO FACENDO UN BUON LAVORO, POTETE SOSTENERE ANLAIDS DESTINANDO IL 5XMILLE DELLA VOSTRA DENUNCIA DEI REDDITI: BASTA INSERIRE IL NOSTRO CF 0717588587 NELL'APPOSITA CASELLA
bluesigma
Messaggi: 10
Iscritto il: 13 maggio 2023, 7:08

Rapporto a rischio, possibile valutare rischiosità in base a durata?

Messaggio da bluesigma »

Salve,

sono un soggeto promiscuo, sia con prostitute che non, e ho sempre e sottolineo sempre usato il preservativo, eccetto che in un maledetto caso (e quindi mi tocca sottolineare anche eccetto che in un caso).

Purtroppo ho fatto a meno della protezione, per una durata di circa 6 secondi di rapporto vaginale penetrativo completo, con partner promiscuo (è il suo lavoro perché è una prostituta) di cui a mente fredda non mi fido nemmeno un poco delle sue rassicurazioni sul fatto che si fa il test e che sta bene.

Dopo qualche giorno ho sviluppato una febbricola con mal di gola. Stupidamente non ho fatto le cure del "dopo scemenza" perché non ho trovato la pagina giusta su internet. Adesso scopro che bastava andare al policlinico (ma nel mio caso non sarebbe servito perché il centro è chiuso sabato e domenica, e il mio episodio risale a un venerdì sera) e naturalmente mi mangio le mani, però francamente mi pare che si potrebbe anche criticare un po' la cripticità dell'accesso ad un trattamento che per definizione è emergenziale. Io almeno, in 24 ore e con una laurea, non sono riuscito a capire dove cavolo dovevo andare.

Sono più di due settimane che la febbricola non scompare, nemmeno con antibiotici.

Volevo capire se qui qualcuno è a conoscenza di un qualche dato statistico scientifico che permetta di valutare, ponendo come assunto che la persona in questione, disattenta nella sua professione, fosse sieropositiva inconsapevole e quindi non in terapia antiretrovirale, la probabilità di contagio per un rapporto di durata forse più breve del normale, condizionando al fatto che io comunque una qualche forma di infiammazione la ho.

Detto questo logicamente ho già prenotato il test (per una serie di MST tra cui HIV su impulso del mio medico curante) e seguirò tutto ciò che i medici mi diranno.

Siccome sono in una situazione un poco precaria dal punto di vista psicologico, vorrei anche sapere se esistono gruppi di sostegno, magari in riunione nel week end, e se mi potete indirizzare su qualche sito dedicato a sieropositivi, a cui iscrivermi in caso di positività al test, per non sentirmi solo. Purtroppo ho vissuto il doppio dramma del suicidio di un mio familiare e quello di un compagno di scuola, promiscuo e sieropositovo, e ho ragione di credere purtroppo il suo suicidio sia stato legato anche alle difficoltà di accettare il suo stato di sieropositivo a causa dello stigma sociale attribuito all'infiammazione.

Basti pensare che chiedendo al policlinico la strada per il centro malattie infettive mi è stato risposto nel 2023 con una grossa risata che non "dovevo di certo andare lì, che quello era il posto per chi va con le negre" :(

P.s. scusate il panico, son giorni che non dormo.

Vi ringrazio in anticipo per qualunque tipo di risposta.
Tex83
Messaggi: 12617
Iscritto il: 11 gennaio 2010, 17:42
Località: Piacenza

Re: Rapporto a rischio, possibile valutare rischiosità in base a durata?

Messaggio da Tex83 »

Ciao, da quanto descrivi hai avuto un rapporto vaginale attivo non protetto. Purtroppo non esiste una "quantificazione" del rischio in base alla durata della esposizione. Il rapporto va quindi inquadrato come ad alto rischio. Devo però fare alcune considerazioni che spero ti possano servire.
1) un rapporto è un rapporto sia che avvenga con una sex worker sia con qualsiasi altra persona
2) tu stesso sembri essere vittima della trappola dello stigma: ti demonizzi per quello che hai fatto e parli di promiscuità
3) la PEP è disponibile in qualsiasi pubblico ospedale che disponga del reparto di malattie infettive, ed è accessibile tramite il pronto soccorso.
Detto questo, vediamo il da farsi.
1) non mettere il carro davanti ai buoi. Quello che è successo,  è successo. Disperarsi non risolverà il problema
2) avere la capacità di attendere. Il test va fatto dopo 40 giorni. Solo qualora l'ansia sia ingestibile e giustificata, si può valutare un primo test di quarta generazione dopo 25 giorni che sarà già estremamente indicativo, ma andrà poi ripetuto un'unica volta.
3) utilizzare l'accaduto per pensare ad una strategia di prevenzione realmente efficace. Questa comprende un approccio basato su più aspetti. Il primo è la conoscenza. Informarsi significa avere le "chiavi" per interpretare le situazioni e saper guardare in avanti. Il secondo è l'accettare i possibili rischi: non esiste alcun rapporto sessuale, anche protetto, totalmente non a rischio per IST. Infatti si parla di "sesso più sicuro", non di sesso sicuro.
3) adottare strategie per ridurre i rischi. In questo caso ritengo necessario un dialogo con un medico per capire se nel tuo caso sono consigliati vaccini oltre quelli obbligatori (epatite B dovresti averlo fatto, magari si può controllare il titolo anticorpale) come quello per epatite A o HPV. Per HIV, oltre al preservativo,  è disponibile la PrEP qualora, come tutti ci auguriamo, il tuo test desse un esito negativo. La PrEP non è una "alternativa " al preservativo, ma è una protezione ulteriore che puoi valutare se, come nell'accaduto, vedi che ci sono momenti in cui non riesci ad utilizzare il condom.
4) esami periodici. A prescindere dal rischio,  le persone sessualmente attive dovrebbero fare periodicamente i test. Alcune IST infatti possono anche essere asintomatiche e comunque molto insidiose.
Detto tutto questo, il consiglio è di fare gli esami già indicati dal medico e di leggere le nostre FAQ: https://www.anlaidsonlus.it/cosa-devi-sapere
Se vorrai aggiornarci potremo darti ulteriori chiarimenti o sostegno.
Sostieni Anlaids con il tuo 5X1000
Inserisci il codice fiscale 07175880587 nella tua dichiarazione dei redditi
bluesigma
Messaggi: 10
Iscritto il: 13 maggio 2023, 7:08

Re: Rapporto a rischio, possibile valutare rischiosità in base a durata?

Messaggio da bluesigma »

Grazie mille Tex83.

La tua gentile risposta mi incoraggia a parlare un pochino.

Purtroppo è vero che mi demonizzo parecchio, come risultato di problematiche piuttosto profonde che mi si son radicate nel corso del tempo con qualche esperienza traumatica che non ha agevolato la loro risoluzione. Vorrei ringraziarti per avermelo fatto notare, perché non me ne ero per nulla accorto scrivendo il messaggio. Se mi è concesso di aprirmi un poco ti confermo che sono certamente vittima dello stigma, e penso per altro che quando sei vittima, per paura spesso, per ignoranza a volte, diventi anche un po' carnefice tuo malgrado, proprio con la tua stupidità, che finisci inevitabilmente per rivolgere anche verso te stesso. Purtroppo la società "demonizza" molto i clienti delle prostitute, io assorbo e demonizzo per conseguenza me stesso. In questi giorni fumo molto e non mangio, se non schifezze perché non ho la forza di cucinare un pasto sano, il che sicuramente non aiuta né il mal di gola nè il mio generale senso di spossatezza.

Vorrei solo specificare, per una questione di rispetto verso chi legge, che non intendevo alcuna accezione negativa con il termine "prostitute" né con il termine "promiscuo" come forse ho dato ad intendere. Volevo semplicemente riferirmi al caso di una persona che ha rapporti sessuali al di fuori di una relazione esclusiva stabile sempre con lo stesso partner, in cui magari entrambi i soggetti hanno fatto con risultato negativo tutti i test disponibili per IST. Leggendo su internet sento dubbi dettati da una profonda ignoranza in materia, ancor più della mia, e la cosa mi sconforta un poco.

Per quel che riguarda la prostituzione (quando avremo un termine totalmente non denigratorio che non sia in lingua straniera lo utilizzerò volentieri) anche qui mi dispiace di essermi fatto fraintendere: sono perfettamente consapevole che non c'è differenza nelle persone. Volevo intendere però che una professionista che alla mia stupida richiesta ha acconsentito non mi depone molto favorevolmente in termini di sicurezza. Se evidentemente non usa sempre le precauzioni (visto che non è che io sono bello e lo ha fatto solo con me), si espone al rischio di IST molto più spesso di una persona che fa un altro lavoro e che quindi, semplicemente, ha meno tempo e meno occasioni per avere rapporti. Mi pare di capire che mi dici proprio che in questo senso delle "quantificazioni" non sono disponibili. Ma io da qualche parte avevo letto delle statistiche sul rischio del singolo rapporto, che differivano a seconda del tipo (vaginale ricettivo, vaginale penetrativo, anale ricettivo etc), ma non ho capito se l'ipotesi era di partner sieropositivo o di partner sierosconosciuto. E mi pare fossero nell'ordine dei millesimi, con un maggior rischio a carico di quelli che coinvologono l'ano per via della maggior fragilità dell'area. Non mi sai dire nulla in proposito?

Sempre sull'argomento prostituzione io mi domando: non è mai stata fatta una ricerca sulle circostanze del contagio IST? Perché non farne una per valutare qual'è la reale incidenza, rispetto alla diffusione di IST, della totale mancanza di regolamentazione sanitaria e controlli nella professione della prostituzione (visto che è spesso un lavoro nero nella migliore delle ipotesi)? In ospedale i contagi di malattie sono più probabili, e quindi il personale è costretto a seguire determinati protocolli, almeno per legge. Cioè, che succede se "ribaltiamo" la statistica? Quante persone sieropositive eterosessuali maschi, sul totale, hanno contratto o ritengono ragionevolmente di aver contratto il virus pagando una prestazione? Potrebbe essere una statistica a mio avviso interessante. Sto categorizzando? Non voglio discriminare o fomentare pregiudizio, ma se vogliamo parlare di trasmissione dobbiamo per forza parlare di categorie, se no le statistiche come le montiamo?

Ti ringrazio anche per l'informazione sul trattamento disponibile presso i pronto soccorso, un'altra cosa che sui vari siti degli ospedali che avevo visitato il giorno dopo non ero riuscito a capire!

A questo punto forse mi vale la pena di approfondire la questione: nella città di Roma, dove vivo, in quale pronto soccorso 24/7 posso recarmi per questo trattamento, dovesse ricapitarmi una situazione simile? Esiste un presidio pubblico "garantito" in modalità 24/7?

Ad ogni modo aggiornando volevo dire che ho fatto il counseling già oggi al momento del prelievo e mi dicono che esistono gruppi di supporto eventualmente a cui mi potranno indirizzare, qualora il risultato dovesse essere positivo.

Incrocio le dita e ti ringrazio per la cortesissima risposta datami persino di sabato.

Un saluto.
Tex83
Messaggi: 12617
Iscritto il: 11 gennaio 2010, 17:42
Località: Piacenza

Re: Rapporto a rischio, possibile valutare rischiosità in base a durata?

Messaggio da Tex83 »

Ciao,
ribadisco che qualsiasi ospedale munito di reparto infettivi deve avere a disposizione la PEP; se il reparto è chiuso, solitamente in PS vengono tenute dosi "di emergenza" e poi chi fa l'accesso viene invitato a tornare nei giorni successivi per il consulto completo e l'erogazione dei farmaci necessari a tutto il ciclo.
Le statistiche che hai letto sono dati epidemiologici.
I dati epidemiologici non sono utilizzabili come dati "predittivi", ma solo come dati "consuntivi".
Ovvero ci dicono che su tot casi riscontrati di infezione da HIV, una certa percentuale di persone ha affermato che la situazione a rischio era derivata da uno specifico "tipo" di rapporto. Ovviamente nella dichiarazione va tenuto conto che alcune persone potrebbero non dire la verità, o potrebbero non ricordare, o potrebbero non avere consapevolezza del rischio corso quindi potrebbero sovra o sottostimarlo. Inoltre, i rapporti sono spesso "multipli": magari l'intero rapporto è stato orale, vaginale, e anale, e allora capisci che è difficilissimo fare queste classificazioni.
Questi numeri sono molto utili per individuare le popolazioni chiave su cui intervenire. Però il problema non è tanto di "numeri" o "percentuali". In Italia nel 2021 sono stati diagnosticati circa 5 casi di positività ad HIV al giorno, a fronte di un numero ovviamente non conoscibile di rapporti a rischio. Sono in calo, ma sono sempre troppi. Giocare sulle probabilità è deleterio: per la persona che acquisisce l'infezione, lo 0,02 ha rappresentato un 1 secco. Ricordi Trilussa e il pollo?
Sul discorso del rischio per altre IST, è analogo. Se uno ha la percezione del rischio, fa le analisi e adotta strategie per abbassare il rischio. Se uno non la ha, non le fa. A prescindere dalla professione. Magari la sex worker è in PrEP e trimestralmente fa le analisi per le IST ed è una partner sessuale più sicura di una infermiera che invece crede di non correre rischi (solo ovviamente per fare un esempio a caso). Non se ne esce con i calcoli, le statistiche, le percentuali e quanto altro.
Se ne esce facendo gli esami quando serve e adottando le strategie preventive di cui sopra (condom, PrEP, PEP, U=U, vaccini).
Preciso infine che ho compreso il tuo linguaggio e non lo trovo inappropriato, quindi non temere di essere frainteso.
Sostieni Anlaids con il tuo 5X1000
Inserisci il codice fiscale 07175880587 nella tua dichiarazione dei redditi
bluesigma
Messaggi: 10
Iscritto il: 13 maggio 2023, 7:08

Re: Rapporto a rischio, possibile valutare rischiosità in base a durata?

Messaggio da bluesigma »

Ecco.

Purtroppo mi confermi un fatto. Ho sbagliato a usare le statistiche in maniera predittiva, in pratica. Ho pensato che mi volevo divertire un po' di più e ho usato il dato come un "costo". In verità me ne stavo rendendo conto anche da solo a posteriori, ma quanto hai scritto mi conferma le perplessità che mi erano venute. Cioè, lo scrivo in maniera chiara, dovesse essere in tempo utile per qualcuno che legge: non è che puoi pensare che siccome a posteriori viene rilevato un certo dato epidemiologico di contagio, allora il tuo rischio è quello. Se capisco bene (anche se non lo capisco bene in verità, ma diciamo che a questo punto mi fido).

Penso che forse è più utile e più realistico considerare come costo le terapie, l'assunzione di farmaci a vita, l'impossibilità di viaggiare in certi paesi con libertà e come guadagno quanto vuoi stare con quella persona con cui sei. Che nel mio caso era evidentemente molto prossimo allo zero. Di quell'episodio, comunque vada, mi rimarrà solo un brutto ricordo ai limiti del terrore. A cui forse non avrei fatto nemmeno tutto questo caso se non mi fossero venuti questi sgradevoli sintomi. Ecco il perché del rammarico.

Il dato del 2021 è un po' alto...sono quasi duemila in un anno solo e tutti nel nostro paese! Si potrebbe avere la fonte? Specifico che non lo domando perché metto in dubbio il dato, ma perché vorrei compulsare il report se fosse disponibile. Mi aiuterebbe a calmare l'ansia di questi giorni, che è comunque poco utile a questo punto.

Quanto è efficace la PEP? Intendo dire, se un single usasse sempre il preservativo, potrebbe comunque accadere che questo si rompa, o che ci sia un contatto di pochi secondi senza, magari perché è messo male, o semplicemente per passione. Se è così come mai non è mai stata fatta una campagna di sensibilizzazione in televisione, o simili? Sarebbe troppo costoso? Quanto costa una terapia PEP allo Stato? Si sa? Forse non si fa perché si rischierebbe di ingenerare la percezione che questa possa essere sostitutiva del preservativo, molto più economico?

Io da solo su internet non sono manco riuscito a capire dove cavolo la dovevo fare sta cacchio di PEP, eppure il rischio lo percepivo eccome! L'angoscia certo non mi ha aiutato a fare le ricerche come si deve, potevo telefonare al mio medico generico o scrivere qui invece di leggere e basta ma...non ci ho pensato! Però...se su google uscisse un risultato di un sito istituzionale, magari del ministero della salute, con un link ai vari portali delle asl o dei PS dov'è disponibile questa PEP con su scritto semplicemente: "se hai avuto un rapporto non protetto con partner della cui sieronegatività o U=U non sei certo, devi fare questo" e il link con l'indirizzo...forse avremmo un sacco di terapie da somministrare ma magari faremmo qualche passo avanti...? Forse costerebbe troppo?

Per quel che riguarda la febbricola: al consultorio mi han detto che se è associata ad una IST la causa è da ricercarsi più indietro perché è passato troppo poco tempo. Io il rapporto l'ho avuto intorno al 25 aprile, dopo un paio di giorni mi è venuta questa spossatezza-febbricola e ancora adesso è tale e quale a quando mi è venuta, se non peggiorata (il mal di gola è insorto in seguito, da qualche giorno). Ho fatto un ciclo di antibiotici che è servito a meno di zero e quindi direi che è per forza virale. Come la dovrei inquadrare?
Tex83
Messaggi: 12617
Iscritto il: 11 gennaio 2010, 17:42
Località: Piacenza

Re: Rapporto a rischio, possibile valutare rischiosità in base a durata?

Messaggio da Tex83 »

Ciao,
qua i dati relativi all'Italia (ultimi dati disponibili 2021): https://www.epicentro.iss.it/aids/epidemiologia-italia
La PEP è altamente efficace (cioè, se assunta come prescritto, il test è atteso negativo) però è una procedura di "emergenza" e quindi non è pensata per un utilizzo regolare.
La PrEP invece è in maniera specifica una terapia preventiva, ideata per un utilizzo anche a lungo termine (o solo quando serve).
Sono due protocolli estremamente diversi.
I "prezzi" delle terapie sono diversi a seconda che il farmaco sia "griffato" o generico. Il farmaco generico (cioè, semplificando molto, dove sia scaduto il brevetto della molecola) hanno un costo relativamente contenuto rispetto a uno di marca dove il prezzo esposto in confezione può essere superiore a 1000-1500 euro a flacone.
La grande conquista e novità del mese scorso è che la PrEP sarà a breve gratuita.
Perché non si fanno campagne? Ti rigiro la domanda. Se si facessero, avrebbero senso le associazioni, avrebbe senso l'attivismo? Noi siamo qua - gratuitamente - per informare e per cercare sempre e costantemente di portare a conoscenza della popolazione generale la "questione". Questo comprende anche azioni politiche, ovvero cercare di sensibilizzare tutti gli ambiti istituzionali ad una maggiore attenzione circa il tema.
La PrEP gratuita è frutto anche della pressione delle associazioni.
La febbricola è un sintomo generico: non è pertanto associabile direttamente ad una causa specifica (compresa una IST), così come non può escludersi.
Alcune IST hanno sintomi inequivocabili, altre no.
Ti ricordo che gli antibiotici sono una cosa seria e vanno assunti in maniera specifica ed in maniera mirata. In caso contrario, possono mascherare la vera natura del sintomo col rischio di non guarire e di creare antibiotico resistenza, cioè di rendere inefficace in futuro il principio attivo al nostro organismo.
Sostieni Anlaids con il tuo 5X1000
Inserisci il codice fiscale 07175880587 nella tua dichiarazione dei redditi
bluesigma
Messaggi: 10
Iscritto il: 13 maggio 2023, 7:08

Re: Rapporto a rischio, possibile valutare rischiosità in base a durata?

Messaggio da bluesigma »

Mi permetto di fare un post che ha l'effetto di un up non consentito ma non lo è. Scrivo perché vorrei sentitamente ringraziare Tex per le prime informazioni che sono state preziosissime, vorrei aver scoperto questo luogo prima.

Vi terrò aggiornati sugli sviluppi, purtroppo temo i tempi saranno lunghi e dovrò cercare di darmi una calmata. Mi sono talmente confuso che ormai non ricordo più nemmeno bene i tempi degli avvenimenti, che giorno è stato il rapporto, che giorno è iniziata la febbricola, che giorno sono andato dal dottore, che giorno mi sono recato al policlinico. Se non fossi già in cura psichiatrica mi direi che sto andando ai pazzi...

E quindi comincierò a calmarmi cercando intanto di impedirmi di scrivere qui compulsivamente e senza misura.

Perciò ancora un sentito grazie, buona Domenica e a presto con il resto della storia quando avrò dei reali aggiornamenti.
bluesigma
Messaggi: 10
Iscritto il: 13 maggio 2023, 7:08

tachipirina durante sieroconversione

Messaggio da bluesigma »

Buonasera,

qualcuno mi sa dire se assumere paracetamolo per alleviare una forte spossatezza può essere controindicato in fase di sieroconversione?

Ho letto da qualche parte che il modo in cui risponde il tuo organismo durante la sieroconversione è determinante per le terapie che si fanno dopo e per l'aspettativa di vita.

Rischio di compromettere le mie chance se l'assumo?

Non riesco a contattare il mio medico curante perché il telefono è continuamente occupato e con il lavoro di mezzo riesco a fare poche chiamate. Ho appuntamento da lui mercoledì ma la strada è lunga se mi continua così...

Grazie per chi volesse rispondere avendo dati certi il più possibile confermati scientificamente.

Saluti.
Tex83
Messaggi: 12617
Iscritto il: 11 gennaio 2010, 17:42
Località: Piacenza

Re: tachipirina durante sieroconversione

Messaggio da Tex83 »

bluesigma ha scritto:
> Buonasera,
>
> qualcuno mi sa dire se assumere paracetamolo per alleviare una forte
> spossatezza può essere controindicato in fase di sieroconversione?
>

Non è controindicato assumere paracetamolo se uno ha sintomi che richiedono l'assunzione di paracetamolo.
La spossatezza non va trattata con paracetamolo!

> Ho letto da qualche parte che il modo in cui risponde il tuo organismo
> durante la sieroconversione è determinante per le terapie che si fanno dopo
> e per l'aspettativa di vita.
>
> Rischio di compromettere le mie chance se l'assumo?
>

1) Perché dovresti essere in fase acuta?
2) l'indicazione letta è errata, o è stata mal interpretata

> Non riesco a contattare il mio medico curante perché il telefono è
> continuamente occupato e con il lavoro di mezzo riesco a fare poche
> chiamate. Ho appuntamento da lui mercoledì ma la strada è lunga se mi
> continua così...
>
> Grazie per chi volesse rispondere avendo dati certi il più possibile
> confermati scientificamente.
>
> Saluti.
Sostieni Anlaids con il tuo 5X1000
Inserisci il codice fiscale 07175880587 nella tua dichiarazione dei redditi
bluesigma
Messaggi: 10
Iscritto il: 13 maggio 2023, 7:08

Re: Rapporto a rischio, possibile valutare rischiosità in base a durata?

Messaggio da bluesigma »

Buongiorno e grazie.

Dunque, la spossatezza che avverto è identica a quella che sentivo quando avevo il COVID, ed è però associata ad una temperatura più bassa (36.8-37.3), assieme al sintomo di lingua bianca (che da giorno a giorno lo è di più o di meno) e mal di gola.

1) perché sono passate appunto 4 settimane dal rapporto e ho sintomi compatibili con una sieroconversione...non si chiama "fase acuta"?
2) purtroppo non ricordo dove lo avevo letto

Aggiornamento. Ho ritirato un primo test, fatto per escludere un'infezione pregressa, che è risultato negativo. Il test è

HIV (1+2) Ab/P 24 Ag Risultato: assenti. È stato eseguito il 22esimo giorno dopo l'esposizione. Non dà proprio nessuna indicazione rispetto all'evento? Probabilistica, intendo...io avevo sentito che qualcosa diceva.

Ad ogni modo sono stato al counseling, dove mi è stato detto che per avere qualcosa di definitivo dovrò attendere l'inizio di settembre. Ma non è un po' molto? Il rischio l'ho corso il 23 Aprile, ho ricostruito. L'infettivologa della ASL si è inalberata dando dell'incompetente al mio medico curante quando ci ho parlato, per via dei test che mi aveva prescritto (non so se in particolare questo dell'HIV, che comunque io per scrupolo ho ripetuto anche presso un laboratrio privato, tanto costava meno di 50 €).

Voglio dire un'altra cosa. Ne ho parlato con la mia famiglia, nei giorni che facevo le varie analisi, del profilarsi di questa possibilità. Mi sono stati tutti molto vicini ed è stato essenziale per il mio equilibrio mentale: ho smesso di vedere uccelli morti e sinistre combinazioni numeriche ovunque. L'affetto è la prima cosa, non bisogna stare da soli, specialmente se ci si autoisola.
Siccome qui scrivon molte persone nel mio stesso stato di angoscia voglio dare un consiglio...dovete parlare con le persone che avete accanto che sapete che vi vogliono bene!

P.s. io allora il paracetamolo non l'ho preso, la spossatezza è un poco diminuita e me la tengo così. Oggi chiederò in farmacia qualcosa per i tamponi uretrali che sono stati dolorosissimi.
Tex83
Messaggi: 12617
Iscritto il: 11 gennaio 2010, 17:42
Località: Piacenza

Re: Rapporto a rischio, possibile valutare rischiosità in base a durata?

Messaggio da Tex83 »

Il test fatto fornisce una prima indicazione ed è incoraggiante. Restano da attendere i 40 giorni per la ripetizione.
Tutti gli altri ragionamenti sui "sintomi" sono da scartare a priori perché come già detto i sintomi non hanno ruolo nella diagnosi di una infezione da HIV.
Sostieni Anlaids con il tuo 5X1000
Inserisci il codice fiscale 07175880587 nella tua dichiarazione dei redditi
bluesigma
Messaggi: 10
Iscritto il: 13 maggio 2023, 7:08

Re: Rapporto a rischio, possibile valutare rischiosità in base a durata?

Messaggio da bluesigma »

Salve a tutti e buonasera,

mi ero ripromesso di non scrivere più sui sintomi ma mi dispiace, domani vado a fare il test dei 40 giorni e non riesco più ad impedirmelo.

I sintomi descritti sono ancora tutti lì, tali e quali. Lingua bianca, febbricola, i linfonodi non lo avevo detto ma sono ingrossati, spossatezza micidiale (mentre lavoro, lavorando al pc e dovendomi concentrare, complice sicuramente la luce del monitor, mi viene addirittura la nausea per la stanchezza e devo fare delle pause, mai successo prima). Questa "roba" qualcosa è! Anche perché in rari momenti mi "scordo" di tutta questa storia, ma poi il malessere si ripresenta, anche mentre penso a tutt'altro e quindi non potrà mica essere il cervello!

Adesso vorrei sapere una cosa...fosse HIV, devo aspettarmi che questa tortura duri molto a lungo? È chiaro che ho un sistema immunitario del piffero in partenza infatti normalmente a me le influenze durano sempre due settimane piene, ma qui siamo già a più di un mese...e se fosse, vorrebbe dire che devo aspettarmi più difficoltà con le antiretrovirali?

Vorrei sapere: in quanti casi i primi sintomi da HIV duran così tanto? Perché francamente se non avessi avuto sintomi, magari avrei avuto la doccia fredda del contagio, quello sì, ma ti metti l'anima in pace, fai le antiretrovirali e stai più attento nel senso delle protezioni a non sgarrare proprio mai (a questo punto, nemmeno 6 secondi!)...ma così è veramente tosta. In più, fino ad ora, le persone con cui parlo danno per scontato che io mi stia inventando tutto, e non le biasimo per carità, ma mi viene a mancare propria quella solidarietà che certamente mi darebbe sollievo.

Comunque, questo è. Penso che potrebbe essere utile ai posteri questa storia di decorso, ad ogni modo.

E poi, scrivendo, mi viene in mente un'altra cosa...guardate che io ho già letto di molti ragazzi che hanno contratto l'HIV in pochi secondi di rischio, a volte senza nemmeno penetrazione ma con solo sfregamento delle mucose...! Quindi mi sa che dire che un rapporto molto breve è meno rischioso è un po' una cavolata purtroppo. Io mi do questa spiegazione: prenderlo dipende dall'interazione tra il tuo organismo e il virus, e se la coppia è "giusta" il contagio avviene subitissimo, e il virus ti si inchioda a tutta velocità. Altrimenti può essere che non lo prendi, ma la cosa è già decisa in partenza, solo che non sappiamo esattamente da che dipende ed ecco il perché delle statistiche.

A posteriori ho da dire solo che sono uno scemo, ma almeno i pensieri suicidari son andati via: sono solo un po' preoccupato dell'impatto dell'eventuale notizia, ma sono in contatto con il mio terapeuta, che non è che sia proprio un campione di disponibilità ma credo lo faccia per farmi stare in piedi anche con le mie gambe (è bravo, ed è grazie alla terapia che sono uscito dalla disoccupazione).

P.S. in caso di positività mi toccherà informare la ragazza? Non so se mi regge la botta di tornare da lei...nemmeno la conosco e poi dire una cosa del genere per strada, in mezzo alle macchine...ma anche farla salire, portarla in un posto che lei spera che le paghi una prestazione e invece dirle questo...non so come dovrei fare...

P.P.S. mi sembra infine di capire che se il test è positivo ti chiamano al telefono...quindi fondamentalmente io saprò se il test è positivo se nell'arco dei due-tre giorni successivi al prelievo riceverò una simpatica telefonata da un operatrice piena di compassione nella voce dal laboratorio, e non al momento di aprire il referto, cosa per cui potrei prepararmi psicologicamente un po' meglio. Che sòla!

Grazie a tutti di aver letto e dell'eventuale supporto.
Tex83
Messaggi: 12617
Iscritto il: 11 gennaio 2010, 17:42
Località: Piacenza

Re: Rapporto a rischio, possibile valutare rischiosità in base a durata?

Messaggio da Tex83 »

Vale quanto già detto lun mag 22, 2023 8:53 am con una sola precisazione.
L'esito del test NON viene comunicato telefonicamente.
Noto purtroppo che il discorso continua a essere visto in modo sbagliato: termini come "tortura" - "doccia fredda del contagio" - "sgarrare" - "prenderlo" - "sono uno scemo" - "reggere la botta" - "compassione" sono tutte parole che evidenziano in maniera chiara che hai ancora tantissimo da lavorare per combattere auto stigma e pregiudizi infondati.
I sintomi sono stati esposti al curante?
Sostieni Anlaids con il tuo 5X1000
Inserisci il codice fiscale 07175880587 nella tua dichiarazione dei redditi
bluesigma
Messaggi: 10
Iscritto il: 13 maggio 2023, 7:08

Re: Rapporto a rischio, possibile valutare rischiosità in base a durata?

Messaggio da bluesigma »

Hum...ti ringrazio per la risposta e per avermi fatto riflettere.

Per la verità io tendo a considerare "tortura" qualsiasi malessere duraturo, specialmente se non so se aspettarmi se finirà o meno! Non sapendo cos'ho, ho questa sensazione sgradevole e un po' paurosa, e ho usato questo termine in maniera iperbolica, semplicemente. Non ci vedo "stigma", lo avrei usato per qualunque malessere indeterminato che dopo più di un mese ancora sta lì.

Per "doccia fredda" anche intendevo semplicemente una cattiva notizia, in fondo è pur sempre un'infezione cronica che costringe a recarsi spesso in ospedale per controlli etc tutta la vita, cosa che onestamente non preventivavo. Dov'è lo stigma/pregiudizio in questo?

Per tutto il resto invece concordo, rileggendomi!

Questa cosa dell'uso non corretto dei termini può essere pericolosa per alcuni (tra cui me), ma probabilmente non c'entra nulla con il forum, anche se è un argomento che a me interessa molto, quindi non mi dilungo.

Per rispondere alla domanda la risposta è "sì", sia al medico di base sia all'infettivologo. Nel primo caso mi è stata data diagnosi di "depressione", nel secondo di possibile male stagionale oppure di una qualche infezione, tra cui le IST logicamente, quest'ultime da verificare a settembre.
Tex83
Messaggi: 12617
Iscritto il: 11 gennaio 2010, 17:42
Località: Piacenza

Re: Rapporto a rischio, possibile valutare rischiosità in base a durata?

Messaggio da Tex83 »

L'uso corretto dei termini, invece, è importantissimo tanto da essere oggetto di attenzione da parte di UNAIDS: https://www.unaids.org/sites/default/fi ... nes_en.pdf
Facci sapere poi l'esito del test.
Sostieni Anlaids con il tuo 5X1000
Inserisci il codice fiscale 07175880587 nella tua dichiarazione dei redditi
Bloccato